LA LIBIDINE DEI CINQUE SEMI D'ARANCIA
balletto notturno
Udite, udite
il ritmo lento ritmato
ritmico lento iterato
dal tamburo scandito.
Bianchi fantasmi danzanti
con cosce tagliate
fino all’ombelico,
con ventri sbarrati
fino all’ombelico
con gambe squartate
ed occhi infuocati
con seni animati
dal ritmo danzante
dolce ritmato
mai ripetuto.
Ballate, danzate
sul ritmo lento ritmato
ritmico lento iterato
bianchi fantasmi danzanti
danze lascive di coito
su ritmi osceni ossessivi
su piedi di giada silenti
su anche ondeggianti graziose
da braccia alate guidati
e da mani parlanti.
Danzate, ballate
Bianchi fantasmi di sogno
dal vino sbocciati
Dal vino sbocciati
Dal vino sbocciati
Dal vino sbocciati
Dal vino sbocciati
notte di primavera
La fredda notte stellata
nascose il groviglio insolente
la rugiada brilla sugli steli inclinati
del prato di ponente.
come un fulmine
Come un fulmine
sei passata nel cielo sereno della mia vita
come un fulmine hai tracciato sul mio cuore
il monogramma infuocato del tuo nome
come l’onda hai accarezzato la spiaggia deserta del mio corpo
per lasciarvi la traccia umida delle tue carezze
come la luna sei passata nell’ombra blu della notte dei miei pensieri
per indicarmi la via sul prato fiorito di nuovi sogni
tappeto persiano
Vorrei essere seduto sul tappeto persiano
e che tu fossi nuda, supina
davanti al camino acceso
con legna profumata di pino fresco.
Vorrei chinarmi su di te e baciare una ad una
le mille efelidi dorate della tua pelle.
Chicchi d’amore posti da un dio sul tuo corpo incantato.
Vorrei rubartele per farne la collana dei miei sogni,
il rosario dei miei desideri.
Vorrei rubartele per seminarle nel vento della passione
sulla terra del senso
finché ne nascano mille tuoi corpi.
Vorrei rubartele perché hanno il colore tostato
dei tuoi capelli
e su di essi infilarli per farne una collana d’amore
lunga come il tempo d’estate
lunga come la via che mi porta da te
per infine ritrovarti.
E dopo avertele rubate vorrei riporle con cura sul tuo corpo
come ponessi stelle in cielo.
Vorrei star lì a guardare questo mio cielo
queste mie stelle per ore intere
finché sorga il sole del tuo sorriso
che faccia tutto scomparire.
Ecco cosa vorrei e fare l’amore con te.
Vorrei che la luce della fiamma illuminasse
i nostri pudori e le nostre audacie .
Vorrei che il calore della fiamma riscaldasse i nostri
corpi spossati ed i sogni voluttuosi del nostro riposo.
Ecco cosa vorrei, ma cento milioni di passi ci separano
Ed anche allungando il braccio non riesco neppure a sfiorarti
temporale d’estate
Piove a dirotto.
Che bel tempo per fare l’amore in soffitta.
Senti?
Ascolta il ritmo della pioggia sulle tegole,
il ritmo dolce del cuore, del tuo, del mio
ed il vento che scivola sul tetto come le mie mani sul tuo corpo.
Piove a dirotto.
Che bel tempo per fare l’amore in soffitta.
Il cielo è nero come nero di fumo
ma l’orizzonte è chiaro come orizzonte d’incendio.
Piove a dirotto
I vecchi rami nascosti nell’angolo più abbandonato della cantina
rifiutano la loro decadenza
e ardono la loro anima con fiamma più bella
degli aristocratici ceppi.
Piove a dirotto,
Che bel tempo per fare l’amore in soffitta.
Il flauto canta per noi i sogni che non abbiamo mai fatto
e la melanconia ci prende.
Piove a dirotto.
Ogni tanto la grandine viene a bussare alla porta,
usciamo per accoglierla ma è già partita,
ha lasciato per ricordo una pioggerella fine fine
che s’infiltra tra gli atomi dei nostri corpi nudi
e penetra in fondo alle ossa,
sembra che ci bagni dal di dentro:
sono lacrime di melanconia.
Ti amo melanconia
strana felicità d’essere triste.
Piove a dirotto.
Che bel tempo per sognare di fare l’amore in soffitta.